E’ proprio di poche ore fa la notizia della condanna dei due tedeschi (a 4 anni e sei mesi il pilota del motoscafo e a 2 anni e 11 mesi l’altro) per l’uccisione di Greta e Umberto lo scorso 19 giugno sul lago di Garda.
Il motoscafo navigava ad alta velocità e ha travolto il piccolo gozzo fermo.
Umberto è morto sul colpo, Greta per annegamento.
I due tedeschi erano stati accusati di omicidio colposo, naufragio e omissione di soccorso ma nella legge italiana non è previsto l’omicidio navale.
Sconteranno la pena agli arresti domiciliari, e lavori socialmente utili.
La mia Nadia accetta il giudizio del giudice ma dice che la loro condanna è iniziata il 19 giugno.
Lele, suo marito, aggiunge che hanno fatto quello che potevano e che di più non si può fare… e che purtroppo non hanno più la loro bambina.
Il dolore non si cancella con una sentenza.
Per quello che posso, ogni giorno cerco di far rivivere Greta e, quando viene sera, prego la stella che ho nel cuore.
Il tempo è prezioso, perciò poche parole chiare e semplici per questi Bambini altrettanto preziosi.
Dal mese di maggio 2020, su richiesta da parte dell’ Asst Spedali Civili di Brescia, abbiamo allestito con un intervento artistico lo spazio dedicato ai tamponi per i neonati, i bambini e le loro famiglie così da offrire un luogo caldo e accogliente, lasciando un ricordo positivo e un piccolo dono per tutti i bambini ai quali verrà eseguito il tampone; da questa richiesta è nato il progetto: Home is where the heart is.
Da questa sinergia, come tutte le altre volte che si riesce a fare un lavoro di squadra, tutti ne escono migliori e soprattutto, in questo caso possiamo rendere migliore la vita di tanti bambini che, forse in silenzio, ci hanno insegnato durante questa pandemia ad adattarsi e capire l’importanza del bene comune come bene per tutti.
Premesso tutto il mio profondo rispetto per quanto realmente accadde quel giorno e per tutte le Persone che popolano questo mondo, premesso che non ho mai fatto molto caso (se non per il fatto che chiunque incontri o mi conosca mi porge gli auguri) a questa giornata mondiale della Donna e mai l’ho festeggiata, vorrei prendere l’occasione per postare questa foto che mi è piaciuta talmente da far parte di una delle tante su una parete, che mi sono divertita a creare, in una stanza di casa mia.
Un pensiero quindi a tutti noi, Donne e Uomini (non l’ho scritto al contrario per non rischiare il paragone con la … non saprei quale termine usare e preferisco sorvolare … trasmissione in tv -rido-), perchè tutti ci si possa valorizzare l’un l’altro ogni giorno della nostra vita.
Mini cuffiette, babbucce e copertine realizzate a mano, punto dopo punto, scaldano la pelle ma soprattutto il cuore di chi le riceve e di chi le dona.
Sono le “carezze di lana” fatte da alcune mamme e nonne ai neonati abbandonati alla nascita che non conoscono l’abbraccio della mamma.
“Ogni creatura è benvenuta” è lo slogan del progetto che ha visto “le donne attive in famiglia e in società” sferruzzare dentro casa per lasciare “un’impronta familiare discreta, espressa attraverso la manualità del ricamo” nella storia di questi piccoli bimbi bisognosi d’affetto.
Il tutto con la collaborazione dell’organizzazione bresciana di volontariato I Bambini Dharma che da anni si prende cura in ospedale dei bebè abbandonati alla nascita dai genitori, dei piccoli che arrivano in ospedali in seguito a maltrattamenti o dei bambini disagiati ricoverati nell’area pediatrica.
La Presidente “il progetto vuole essere un gesto d’amore nei confronti di questi piccolini; le nostre associazioni stanno creando maglioncini, cuffiette, babbucce, copertine, bavaglie e lenzuolini ricamati a mano che saranno aggiunti nella valigia di ogni Bambino Dharma, contenente già alcuni oggetti della prima infanzia e un Diario. Un gesto simbolico di partecipazione all’atto concreto di accudimento compiuto dall’associazione”.
La prime babbucce calde di colore azzurro con inserti in pizzo bianco sono state affidate alla Presidente, ma la collaborazione tra le due realtà va avanti da tempo: è iniziata a Natale con il dono dei golfini rossi.
“Soprattutto quando il percorso della vita inizia con una strada in salita, ogni creatura ha il diritto di essere amata e coccolata”.
Riceviamo moltissime richieste di esportare il “modello Dharma” in altre città. Siamo molto gratificati e questo ci ha indotto a sviluppare profonde riflessioni.
Aprire un’Associazione come I Bambini Dharma è come costruire un grattacielo da zero e per farlo bisogna crederci. Nella nostra esperienza è assolutamente necessario che chi sceglie questo percorso lavori già in un grande Ospedale, possibilmente in un reparto pediatrico.
Per creare un’Organizzazione di “donatori di coccole” come la nostra servono persone molto motivate, tanto da decidere di dedicare tutto il loro tempo a questa attività. Molti sono mossi dal desiderio comprensibile di coccolare bambini rosei e pasciuti, ma non sempre è così: molti bimbi abbandonati, maltrattati o che hanno bisogno di noi sono angeli con le ali spezzate.
La motivazione deve nascere solo dal cuore.
Bisogna formare un numero cospicuo di volontari con corsi specifici tenuti da professionisti, medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali…
Per dare un servizio davvero efficace i volontari devono essere persone disponibili a fare turni a tutte le ore con poco preavviso e con una pianificazione che può essere stravolta in poche ore, a seconda delle necessità dei piccoli pazienti.
Servono rigore e lucidità. A tal scopo è necessario mettere a disposizione dei volontari un supporto psicologico per superare i momenti difficili: il distacco, il dolore sul volto di un bimbo, a volte anche il lutto, devono essere metabolizzati e superati per poter prestare un buon servizio.
C’è molto altro: noi l’abbiamo costruito con molta umiltà e pazienza in anni di conoscenza delle logiche sociali e ospedaliere, abbiamo affrontato tempi di piccole e grandi battaglie, di momenti di sconforto che ci hanno aiutato a ripartire più forti e organizzati.
Dopo queste riflessioni siamo arrivati alla conclusione che il nostro modello sia difficilmente replicabile, non impossibile, ma molto complesso.
Il sogno di replicare I Bambini Dharma richiede costante determinazione. Ci auguriamo che l’intenzione positiva presente su tutto il territorio nazionale si coaguli in azioni determinate alla crescita di un supporto mirato al “coccolaggio” nel maggior numero di ospedali possibili.
Siamo disponibili a dare informazioni agli operatori ospedalieri e alle associazioni che operano già all’interno di strutture ospedaliere.
La nostra Organizzazione è aperta a trasmettere la sua esperienza.
…. e come facciamo ad avvicinarci a loro in punta di piedi, delicatamente, per far sì che non si sentano più soli?
Desideriamo con tutto il cuore alleviare la sofferenza a quei piccolini che, per molteplici motivi, si trovano a vivere un’esperienza ospedaliera senza i genitori vicini. Ci prendiamo cura anche di bambini con disagi sociali e siamo un aiuto concreto alle famiglie che hanno figli malati e che, per gravi motivi, non riescono a sopperire alla presenza costante.
I bambini che vivono questa situazione perdono il punto di riferimento della famiglia e, in tale momento molto delicato, noi volontari siamo chiamati al non facile compito di riuscire a entrare nella sfera affettiva di questi piccoli esseri impauriti e soli.
La tendenza all’isolamento e alla chiusura può essere fonte di traumi difficilmente elaborabili; ecco perché è importante per noi trovare il modo di aprire le porte del magico mondo del bambino attraverso azioni cariche di amore e di empatia. Il gioco, elemento ludico fondamentale per la fiducia e l’apertura, riporta equilibrio relazionale e serenità.
Per questi motivi I Bambini Dharma si occupa di fornire ai piccoli e alle loro famiglie un sostegno materiale oltre ai giochi e tutto quanto necessario per il recupero di tali valori, indispensabili per il loro sviluppo. In casi eccezionali alcune famiglie di Soci dell’Associazione, appositamente formate, accolgono presso le proprie abitazioni bambini soli e con mamme disagiate, con spese a carico dell’Associazione. Il supporto alla famiglia è fondamentale, perché inteso come terreno fertile per lo sviluppo sereno del bambino, che rimane il cuore pulsante della nostra attività.
Perché “Nuove Impronte”?
Perché nel nostro abbraccio a 360° l’esperienza pesante e traumatica vissuta all’ingresso in ospedale, grazie alla nostra vicinanza, viene sovrascritta da fattori più positivi, di diversa natura, dove l’amore mostra un nuovo volto e un nuovo modo di esprimersi.
… e in ospedale? Come trasformare una camera in un angolo di mondo caldo e accogliente perché questi Bambini speciali possano vivere serenamente?
Questo progetto nasce dalla consapevolezza che tutti i bambini ricoverati necessitano di attenzione e attrezzature particolari personalizzate in base alla condizione fisica e psichica e al carattere. L’unità di corpo e mente nel divenire esprime un carattere unico e inimitabile, perciò ogni bambino richiede un approccio peculiare.
L’Associazione procura tutti i materiali di cui questi bimbi hanno bisogno, da semplici giocattoli a presidi sanitari o arredi per creare uno spazio caldo e accogliente, appunto un guscio protettivo, avvolgente e colorato per riempire il vuoto intorno a loro, indifesi e pronti a ricevere una carezza, un sorriso, un’attenzione. In questo spazio protetto e isolato, il piccolo può aprirsi come un fiore ai raggi del sole, accogliendo con gioia e candore una carezza, un sorriso, un gesto d’amore e di cura. I bimbi esposti in particolare hanno esigenze peculiari: se altri degenti possono contare sui genitori e su associazioni che si occupano della loro specifica patologia, gli esposti no.
Vengono lasciati dalla mamma senza nulla. In attesa di una collocazione, questi bambini vivono all’interno degli spazi ospedalieri senza un luogo a loro dedicato. Per le normative sulla privacy questi piccoli non possono avere rapporti con il mondo esterno: il loro sole sono i neon del reparto, il loro cielo il soffitto della stanza.
Nel guscio invece è circondato da giocattoli, cuscini, copertine ricamate, sdraiette e seggioloni, contenitori per il latte, aerosol, lampade multicolor, passeggini, vasini, lettini, libri, pennarelli e molto altro.
Meravigliosi disegni esclusivi in forma di murales raccontano attraverso delicate metafore la storia dei “bimbi invisibili”, esposti, maltrattati e disagiati.
L’Associazione acquista tutto il necessario con i fondi donati dai benefattori oppure riceve i materiali direttamente da chi decide di acquistarli autonomamente per poi donarceli.
….. non li lasciamo andare via così, col camicino, la copertina e il Diario.
Giovanna (la Presidente, vulcano in continua eruzione, come la chiamo io) o chi per lei, prepara una valigia, non una qualunque, e che non contiene cose qualsiasi, ma una valigia degna di una principessa o di un re.
Piena del nostro amore e ……
“ogni bambino arriva con il suo fagottino”, cosi abbiamo pensato alla valigia come contenitore di esperienze e di vissuti acquisiti sin dal primo momento che questa piccola Anima decide d’incarnarsi in un grembo. La valigia è per noi un modo simbolico di rappresentare l’inizio del “viaggio” che veste di esperienza d’Amore questo Dono dal cielo, lo spettacolo della vita. Noi il “fagottino” l’abbiamo preparato e racchiuderà principalmente la storia dei primi giorni del neonato in ospedale, in attesa di avere una famiglia tutta per sé. Questa è la sua valigia e conterrà i suoi vestiti, i suoi giocattoli, il Diario e tutto ciò che gli sarà regalato perché è un bambino atteso e amato fin dal primo giorno che è venuto al mondo. E’ una valigia che lo accompagnerà nel suo lungo viaggio e parlerà di lui. E’ la storia dei suoi primi giorni. Quando i tempi saranno maturi e il bambino comincerà a chiedere qualcosa di sé, i genitori sapranno cosa dire, sapranno cosa mostrare e lui sarà fiero della sua storia. Saprà che alla sua nascita c’era chi si è occupato di lui, chi l’ha riempito di coccole, chi ha consolato il suo pianto. I Bamini Dharma raccoglie con amore piccoli frammenti di esperienza cercando di esprimere al meglio l’essenza di questo viaggio iniziale.
Un tessuto teneramente intrecciato a più mani che dà vita a questa valigia e storia a questo Essere.