Mini cuffiette, babbucce e copertine realizzate a mano, punto dopo punto, scaldano la pelle ma soprattutto il cuore di chi le riceve e di chi le dona.
Sono le “carezze di lana” fatte da alcune mamme e nonne ai neonati abbandonati alla nascita che non conoscono l’abbraccio della mamma.
“Ogni creatura è benvenuta” è lo slogan del progetto che ha visto “le donne attive in famiglia e in società” sferruzzare dentro casa per lasciare “un’impronta familiare discreta, espressa attraverso la manualità del ricamo” nella storia di questi piccoli bimbi bisognosi d’affetto.
Il tutto con la collaborazione dell’organizzazione bresciana di volontariato I Bambini Dharma che da anni si prende cura in ospedale dei bebè abbandonati alla nascita dai genitori, dei piccoli che arrivano in ospedali in seguito a maltrattamenti o dei bambini disagiati ricoverati nell’area pediatrica.
La Presidente “il progetto vuole essere un gesto d’amore nei confronti di questi piccolini; le nostre associazioni stanno creando maglioncini, cuffiette, babbucce, copertine, bavaglie e lenzuolini ricamati a mano che saranno aggiunti nella valigia di ogni Bambino Dharma, contenente già alcuni oggetti della prima infanzia e un Diario. Un gesto simbolico di partecipazione all’atto concreto di accudimento compiuto dall’associazione”.
La prime babbucce calde di colore azzurro con inserti in pizzo bianco sono state affidate alla Presidente, ma la collaborazione tra le due realtà va avanti da tempo: è iniziata a Natale con il dono dei golfini rossi.
“Soprattutto quando il percorso della vita inizia con una strada in salita, ogni creatura ha il diritto di essere amata e coccolata”.
Tutto si è interrotto a causa del Covid e non ci è ora permesso accudire e coccolare i nostri amati piccoli negli ospedali.
Mi mancano tantissimo.
Lo scambio che si crea quando sto con loro è qualcosa che posso solo definire magico.
Loro sono lì tra le mie braccia, piccolissimi, così indifesi, con quei vagiti, pianti, sorrisi che riempiono il cuore e tu sei lì che ti prendi cura di loro che sono tesori dal cielo e senti una luce che avvolge.
Come se fili invisibili vengono tessuti e fluttuano nello spazio che divide e unisce i nostri corpi e le nostre anime.
Nel frattempo un altro importante progetto si è concretizzato.
Era un sogno da tanti anni e ora, finalmente, grazie alla donazione di due benefattori, è diventato realtà.
Una casa per accogliere i piccoli in attesa di cure, ma anche un luogo sicuro dove poter riempire di affetto e coccole chi, per vari motivi, alla nascita non ha potuto riceverli dai propri genitori.
La struttura che nei piani dell’ associazione bresciana i Bambini Dharma ospiterà una decina di bambini ospedalizzati durante il periodo di attesa di una famiglia affidataria o adottiva o di poter far ritorno a casa propria, si chiamerà proprio Bussola Magica.
È l’ultimo ambizioso progetto di noi volontari che dal 2011 ci prendiamo cura dei piccoli ricoverati nell’ospedale dei bambini presso gli Spedali Civili di Brescia e Fondazione Poliambulanza, bambini da zero fino a 10 anni che non sono stati riconosciuti alla nascita dalle madri o rifiutati dai genitori perché affetti da gravi patologie, oppure maltrattati e quindi allontanati dalle loro famiglie, che nel periodo del ricovero ospedaliero si troverebbero a trascorrere settimane in reparto da soli.
“Noi siamo nati per subentrare a questo vuoto” racconta la Presidente dei Bambini Dharma Giovanna Castelli. “Abbiamo iniziato col reparto di neonatologia dell’ospedale civile, dove abbiamo scoperto quanto fossero cruciali il primo accudimento e le prime coccole per mitigare questo trauma”.
Ecco perché l’associazione ha deciso di spingersi ancora più in là, puntando a ricreare un luogo da poter chiamare casa fuori dalle corsie dell’ospedale. Lo ha trovato a Rovato in una villa stile liberty offerta da due benefattori. Il progetto è in fase di definizione, ma il disegno generale è stato approvato. Sono circa 4.000 metri quadrati da ristrutturare, con spazi verdi all’esterno per orto e animali. Il budget complessivo stimato è un milione di euro.
Per raccogliere la somma, nelle prossime settimane l’associazione lancerà una piattaforma per fundraising aperta a tutti e a tutti i possibili importi. Un appello che, secondo il vice sindaco Laura Castelletti, non rimarrà inascoltato.
“Brescia è la terra del volontariato – ha detto – e in questi mesi ha saputo rispondere a tutti. Questa è sicuramente un’ iniziativa che merita il sostegno della comunità”.
Ogni anno al civile sono circa 10 i neonati non riconosciuti. I motivi sono vari e vanno dall’ impossibilità economica a ragioni più personali. La nostra legge tutela le donne che fanno questa scelta, ma è certo che il primo accudimento determina tutto lo sviluppo psicologico del bambino.
In questo l’opera de I Bambini Dharma è sempre stata fondamentale. Per favorire il reinserimento dei bimbi, anche dopo il periodo in ospedale, l’equipe dell’associazione della Bussola Magica (può contare su 5-6 persone per dieci piccoli ospiti più altri due per il pronto intervento che saranno seguiti 24 ore da 5-6 volontari e professionisti) lavorerà su progetti educativi individuali con l’obiettivo di dare un orientamento finalmente positivo anche al resto della crescita dei bambini assistiti.
Amiche e amici, scusate l’interruzione del blog e l’assenza, ma come per tutti il 2020 è stato un anno difficile….se uniamo i problemi di salute, ancora peggio. Ora va meglio…anzi, bene! Aspetto con tutta me stessa la primavera, quell’aria sottile, mite e profumata, la libertà, mentre auguro a tutti voi un anno migliore. Buona vita a tutti.
Magicamente galleggio nei vivi colori della notte senza più contorni.
Le ombre sono cristalli spezzati che brillano violando il buio sconosciuto che avanza.
Le parole non esistono più.
Magicamente scivolo nel fluido silenzio senza confini.
Gli occhi non servono più.
Magicamente si accendono sottili segreti che sfiorano le tracce sbiadite nel centro dei miei dolci sogni.
Semplifichiamo : quel viaggio mi riportò indietro.
Durò anni e sembrava non finire mai.
Sembrava sempre qualcos’altro.
Un po’ quello che succede nella testa con le immagini per le illusioni ottiche, perché invece il tempo se ne andò via velocemente.
Certo, cosa normalissima, ovvia, scontata, come sempre.
Ma è il suo modo nel farlo che mi colpì.
Letteralmente, mi colpì.
Sembra incredibile ora che ricordo, ma sono sicura che si fermò un istante anche lui, insieme a me.
Ebbi la netta impressione che si aggrappasse ad ogni pezzo del mio essere.
Voleva fermarsi?
Voleva fermare me?
Impossibile, io non stavo morendo.
Bruciavo, piangevo, tremavo, ero piena di passione.
Impossibile.
Prima mi guardò in faccia come mai aveva fatto, poi, dovendo riprendere la sua corsa per recuperare in volo, mi investì, letteralmente appunto.
Il tempo.
Fu uno scontro frontale.
A quel punto ero lucida, emozionata, decisa.
Lui rimbalzò avanti.
Io venni immediatamente proiettata in un’altra dimensione.
Quale?
Non posso definirla, non la conoscevo prima ma la conosco sempre meglio ogni giorno che passa.
All’inizio non puoi rendertene conto immediatamente, se non fosse per quel sorriso che ti ritrovi spesso in faccia.
Dopo è una meraviglia, perchè quel sorriso te lo ricordi.
C’è sempre stato.
Sospeso nel vuoto un filo immaginario da un punto ad un altro e tu, le braccia aperte come ad abbracciare il mondo, ci cammini sopra in perfetto equilibrio.