racconto breve sulla filosofia dei cerchi sottotitolo quell’invisibile filo magico che ci unisce

cerchi

 

io: “secondo me ‘tutto quadra’ l’ha inventata un matematico”

lui “perché?”

io “perché, se l’avessi inventata io, direi ‘tutto cerchia’ “.

Insomma, questo solo per esprimere un mio piccolo pensiero “tutto quadra, anzi, tutto cerchia” : con te mi si chiude un cerchio e mi si riapre un altro cerchio e la mia vita è fatta di cerchi che si aprono, alcuni si chiudono altri no, alcuni si chiudono prima, altri dopo, altri no, ma alla fine della vita il mio cerchio sarà un grande cerchio che si chiude e dentro a questo cerchio ci saranno tutti i piccoli cerchi chiusi, anche quelli che erano rimasti aperti. Oppure tutti questi piccoli cerchi si apriranno per diventare un filo che formerà un cerchio.

Hai senz’altro capito.

Tutto cerchia.

infinito

 

Sliding doors…….l’incontro 14608

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E’ sempre lei.

E chi potrebbe dimenticare una così?

La solita faccia struccata e pulita, solo il solito lucidalabbra con i puntini che brillano.

Sempre impegnata, come al solito troppo.

Lei che come sempre si appassiona a quello che fa e quello che fa lo fa bene.

Lei schietta, diretta, dolce e gentile, ferma e rigida sulle sue idee.

Lei molto critica, lei che si confronta sempre, come sempre, come al solito.

Lei molto concreta. Carattere, volontà, determinazione !

Ti guarda dritta in faccia, parla lentamente e usa frasi così chiare, non dà mai risposte evasive, interpretazioni vaghe.

Lei che non ammette qualsiasi forma giudichi la minima mancanza di rispetto, da chiunque essa arrivi ed in qualsiasi modo si manifesti.

Lei onesta fino in fondo con gli altri, con sè stessa, come al solito.

Secondo lei a qualcuno che afferma “oggi mi va bene così, domani non so” bisogna chiedere “non so cosa?”, perchè sostiene che nel momento in cui si dice “non so” si ha già in mente qualcosa o più di qualcosa, qualcosa che va detto …. presente il tipo??

Non ti dà scampo!

Vuole il confronto, lo scontro, l’incontro diretti.

Lei che si racconta lucidamente.

Lei che anche se come al solito sta lavorando tanto, troppo, e non ha un minuto di tempo libero come al solito, ti dice “passa che ti saluto” e tu sai che lo dice sul serio, come al solito.

Per ragioni diverse stavamo vivendo ognuna un momento particolare della nostra vita e, se avessi dovuto guardare un film, l’ incontro non sarebbe stato affatto una casualità.

Ecco perché ebbi la certezza che quella volta non ci sarebbe stata un’altra interruzione.

La storia continua, come al solito

La strada di tutti. 26808

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Ci sono bambini la cui strada è segnata fin da quando nascono.

Molti di noi credono che la strada di tutti sia già stata disegnata prima, ma i bambini di cui parlo io arrivano da mondi sbagliati, da gente con strade a loro volta già segnate, alcune da generazioni.

E’ qui che mi chiedo se anche loro hanno una scelta così come l’abbiamo avuta noi perché a me non sembra, visto il tramandarsi della storia; piuttosto sono convinta che crescano con una tacca dentro, un marchio di fabbrica che li contraddistingue.

Un destino.

Loro non lo sanno.

Mi corrono incontro letteralmente felici e beati quando arrivo, mi saltano in braccio e ridono, qualcuno di loro mi bacia, mi prende per mano e mentre io mi sciolgo d’amore, mi tira nel suo spazio.

Lo spazio di un libro con le figure a loro sconosciute che mi chiedono di raccontare, lo spazio di fogli bianchi e mille colori per riempirli (ma alcuni di loro usano costantemente il nero quasi non si accorgessero degli altri a loro disposizione!), lo spazio di una stanza stretta con tanti giochi che non sono i loro, lo spazio di un cortile triste con l’altalena che spingerei all’infinito pur di sentirli gioire, lo spazio di una scarpina slacciata da ore senza che qualcuno se ne sia ancora accorto.

L’ennesima storia arriva in comunità una sera d’ottobre.

La sua manina dentro ad un’altra più grande che non lascia mai.

Si guarda intorno con incertezza e timore, mentre io rimango stregata da quei suoi grandi occhi scuri che hanno il colore di una notte senza luna.

Anche se ha soltanto due anni, sa già che qualcosa non è al suo solito posto.

La mano più grande è di una giovane donna con l’aria stravolta e gli occhi pesti… dal pianto e da segni inconfondibili che li violentano.

Lividi neri, mezzi viola con sfumature giallastre che vanno a finire sulla parte del viso deturpata.

Non è stato un incidente.

Non si tratta mai di incidenti quando arrivano qui.

Quando arrivano qui è l’ultimo stadio di un percorso sbagliato, a volte il risveglio da un incubo, altre ancora l’incubo che continua.

Qui hanno la possibilità di riscattarsi, almeno stavolta; ma sono controllate a vista, studiate, osservate, analizzate.

Su ognuna di loro pagine di resoconti riempiti dei minimi dettagli.

Loro lo sanno.

Un passo falso e saranno separate dai loro figli.

Se saranno giudicate mamme inadatte, incapaci, inadeguate, se non ci sarà qualcuno a difenderle e a proteggerle, i loro figli saranno affidati ad altre famiglie.

Per fortuna dico io, anche se è un dramma dentro al dramma !

Ma non è questo il caso che ho in mente.

La manina piccola sta ancora stringendo quella forte e sicura della sua mamma.

Mi avvicino pianissimo, tra le mie braccia un orsetto morbido che mi fa da tramite.

Mi accuccio davanti a quella figurina incosciente che mi guarda impaurita.

Come ti chiami? Chiedo.

Il suo nome è tutto una storia e qui da noi, in certi ambienti, potrebbe addirittura essere penalizzante.

Si chiama Giuda, come l’uomo che ha tradito Gesù, ma la mia Giuda è femmina, è un’araba come i cavalli purosangue, bellissima e incantatrice e in questa storia è un uomo che ha tradito lei, il suo papà.

Prima – vera 10508

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Tu ritorni in primavera come i fiori che sbocciano 

io rinasco con i miei sorrisi e te dentro la testa

sei sopra di me

a un soffio

silenzio denso di respiri

mi guardi

mi sciolgo nei tuoi abbracci

godo dei tuoi sì

mi sento tutta

ogni millimetro di me in scansione

prendi il mio cuore la mia anima prendi il mio corpo

tieni la mia libertà

prendimi

leccami via le ferite che il tempo senza di te mi ha lasciato addosso