
Cosa faccio?
Cosa devo fare?
Amore mio aiutami.
Tirami fuori da qui in qualche modo non importa come.
No qui non c’è nessuno, sono solo io, sono sola col mio amore che brucia dentro di me.
Sento un dolore forte in una zona non ben definita, vicina al cuore, dietro al cuore, qualcosa già provato.
Cerco di fermare quelle immagini che spariscono veloci come lampi durante i temporali d’estate.
Forse è l’unico modo per venirne a capo.
Sono parole quelle che vedo, parole enormi scritte con l’inchiostro, lui finisce di scriverle e si alza, poi si gira verso la finestra ed io sono proprio davanti a lui.
Gli porgo le mani a coppa perché lui possa versarci dentro quelle parole.
Invece lui non mi dà niente.
Strappa il foglio in tanti minuscoli pezzettini e li butta in aria.
Si gira dall’altra parte, spegne la luce, sbatte la porta e se ne va lasciandomi sola al buio.
Non mi ha vista?
Non mi ha vista !
Perché?
Di nuovo quell’angoscia.
D’improvviso le pareti della stanza si illuminano.
Sono coperte di brillanti stelle fosforescenti che prendono forma soltanto adesso, nel buio totale di questa stanzetta.
Attaccati alle pareti che si stanno allargando, piccoli cartoncini di dimensioni e colori diversi esplodono come fuochi d’artificio.
La stanza si riempie di acqua…. è bellissima …..e io comincio a galleggiare a fluttuare a respirare.
Mi trovo in bilico tra la zona della coscienza e quella del ricordo.
Sto sognando!
Su ogni quadratino una lettera diversa scritta con l’inchiostro, una lettera soltanto per ogni singolo pezzo di carta.
Stacco i fogli dalle pareti che ora mi si stanno stringendo attorno.
Tante lettere su tanti foglietti che devo mettere in logica successione per capirne il senso compiuto.
Mentre afferro l’ultimo pezzetto di carta, la terra trema.
Ho paura, infilo tutto nelle tasche e corro fuori.
Mi gira la testa, inciampo, ho bisogno di aiuto ma non c’è nessuno.
E’ buio anche fuori, è tardi, è troppo tardi e non c’è più anima viva in giro.
Mi guardo intorno, stelle, stelle ovunque, stelle e silenzio.
Dall’altra parte di quell’insolita strada una porta socchiusa, un sottile filo di luce si riflette sull’asfalto ma l’asfalto è fatto di marmo colore chiaro, una strana strada.
Mi avvicino timorosa e curiosa.
Una voce m’invita ad entrare.
Rovescio il contenuto delle mie tasche sul tavolo di fronte a me e vedo un vecchio seduto su una grande poltrona bianca.
Mi guarda e mi fa un cenno con la mano.
Vuole che io apra una scatola che sta proprio lì davanti a me.
Mi siedo, tolgo il coperchio, ci guardo dentro.
Un altro puzzle.
………… to be continued ………………..